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Provenienza dei cibi su ogni etichetta, arriva una petizione per l'unione europea


Un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti presentata in occasione del forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, tenutosi lo scorso ottobre, dove è stata presentata con il commissario europeo alla salute Vytenis Andriukaitis la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (mangia originale, smaschera il tuo cibo) per chiedere alla commissione di Bruxelles di fornire al consumatore l’informazione sulla provenienza di quello che mangia in maniera trasparente.

L’obiettivo è quello di dare la possibilità, a livello europeo, di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati e grano.
«In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti» ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. «oltre quattro italiani su dieci sono disponibili a pagare oltre il 10% in più pur di avere garantita l’origine Made in Italy del prodotto dal campo alla tavola, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe».

Un’iniziativa autorizzata dalla stessa Commissione con la decisione (UE) 2018/1304 pubblicata sulla gazzetta ufficiale dell’Unione Europea L 244 del 28 settembre 2018 a firma del vice presidente Franz Timmermans, con il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico e importante sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a fondazione Univerde a Gaia (associazione degli agricoltori greci). Alla petizioni hanno già aderito tra gli altri il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini, il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il ministro delle politiche agricole e del turismo Gian Marco Centinaio.

«Di fronte all'atteggiamento incerto e contraddittorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero – spiega la Coldiretti – nasce un fronte europeo per la trasparenza in etichetta con la raccolta di un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione».

In questo modo sarà possibile prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto all'informazione dei consumatori. Nello specifico, questa proposta rende obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’UE, senza deroghe per i marchi registrati e le indicazioni geografiche e per quanto attiene agli alimenti trasformati, l’etichettatura di origine deve essere resa obbligatoria per gli ingredienti principali se hanno un’origine diversa dal prodotto finale. La petizione chiede infine di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell'intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare.

Non è la prima volta che l’Italia porta avanti una battaglia in Europa sulle etichette alimentari. Il fenomeno del falso made in Italy è in crescita. Roma ha sempre chiesto norme più stringenti di quelle poi adottate in ambito europeo a tutela del nostro made in Italy ma ora la proposta è diventata popolare.

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