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IL SALUME ITALIANO DIVENTA POLIGLOTTA

“Pensavo di prendere una fetta di pane e metterla tra due  pezzi di carne: ma come posso chiamare questo piatto?” (Leonardo da Vinci)

Nasceva, così, il precursore della coppia più sperimentata e gustata al mondo, il pane con il companatico.



A farla da padrone, però, nell’evento realizzato il 20 Settembre scorso presso l’Accademia del Panino Italiano è stato proprio il companatico o meglio il Salamino Cacciatore Italiano, simbolo dell’eccellenza della salumeria italiana che trova sempre più spazio e consenso all’estero, grazie alla materia prima e alla filiera produttiva certificata.

Con il suo colore Rubino, i granelli di grasso ben distribuiti, il gusto dolce e delicato, la sua forma leggermente curva e la consistenza compatta, Il Cacciatore Italiano è una bellezza per gli occhi e una gioia per il palato.



Nel totale rispetto della tradizione, è prodotto con i tagli nobili della carne suina, esclusivamente italiana e con speziature gentili, contrastanti con il nome, fatte di sale, pepe, e, a sorpresa, un pizzico d’aglio.



Sotto i riflettori, però, non solo le sue caratteristiche nutrizionali e produttive ma la straordinaria versatilità negli abbinamenti culinari che lo rendono un ponte di comunicazione perfetto tra culture diverse.



Ed ecco il Cacciatore Italiano in versione tempura, nella ricetta di chef Hiro o nelle quattro preparazioni internazionali di Daniele Reponi, (esperto nell’arte del panino gourmet) dove incontra il bouche de chevre nella versione francese; la julienne di cavolo cappuccio bianco marinato con aceto di mele in quella tedesca; il mango e il cocco nella esotica e la soia e olio evo nella versione giapponese.



Ricette in cui Sapore e Gusto si coniugano e si esaltano perfettamente, rispettando anche le caratteristiche nutrizionali che occhieggiano alle esigenze odierne di riduzione importante di sale (-18%), contenuto lipidico e grassi saturi ma con un aumento del potassio e della vitamina B6 e B12.

Un prodotto, unico, di lingua italiana che diventa interprete straordinario di altre culture, pur mantenendo la sua precisa identità. Una prova reale di come l’integrazione sia possibile esaltando e non sostituendo le tradizioni di ogni paese nell’esempio di una filosofia dell’aggiungere e mai del togliere.



Sabrina De Federicis


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