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"Guilt-free comfort food", una nuova moda dall'Inghilterra

Solitamente, si tende a rassicurare le persone sulla leggerezza dei cibi consumati con i termini «light», «senza grassi», «dietetico», «organico» e simili, spesso più per una questione di marketing che di effettivo benessere. Da poco tempo, si è sviluppata nel Regno Unito una nuova moda, la «guilt-free comfort food», ovvero dei cibi di conforto alleggeriti tuttavia dei loro aspetti più dannosi per la salute.

Secondo HuffPost Uk, infatti, la rete e le strategie di marketing dei colossi alimentari sono sempre più interessati a questa moda. Di cosa si tratta precisamente?

«Guilt-free» significa letteralmente "senza sentirsi in colpa". Ovvero contro quegli alimenti che contengono elevate quantità di carboidrati, grassi o zuccheri. Mangiare in modo salutare è certamente da preferire, come dimostrano migliaia di studi scientifici, la società tende a crocifiggere chi magari cede ogni tanto, o addirittura di rado, proponendogli un’alternativa disinnescata in partenza.

«Il cibo non è buono o cattivo da un punto di vista morale – spiega al magazine britannico Alyssa Pike, dietologa e coordinatrice della comunicazione per l’International Food Information Council Foundation – però lo si categorizza in questo modo, associando sentimenti come la vergogna o il senso di colpa a certi alimenti. Se la smettessimo di considerarli in questi termini, la finiremmo di sentirci in colpa quando li consumiamo».

Non si tratta affatto di spingere o deresponsabilizzare il consumo dei prodotti più utili all’organismo, ma il contrario. «Rendere il cibo nemico, porta a sviluppare una sorta di ribellione che porta a bramarli di più – dice Jen Bateman, psicologa del cibo specializzata in diabete – è l’adolescente che è in noi a non amare che gli venga detto cosa deve fare. Le persone si sentono mortificate e spesso senza speranza con un senso di disorientamento e poi tendono a mangiare di più per confortarsi».

L’attitudine verso il cibo deve essere positiva. Dovremmo sentirci liberi di mangiare una grande varietà di pietanze, anche le meno salutari. Molte persone hanno bisogno di sostegno per riuscirci, poiché utilizzano il cibo per sopperire questioni emotive, alla pari di alcol, lo shopping o il sesso. Se si diventa dipendenti da una pietanza o un ingrediente, ovviamente bisogna astenersi. Per questo il termine "guilt-free" da sollievo e incrementa le vendite. Bisogna perciò diventare consapevoli del fatto che la dieta non dev'essere perfetta e quindi la vergogna non può aver posto nella gestione della propria alimentazione. «Quando toglieremo ogni restrizione alle nostre scelte – conclude Pike – tenderemo meno a desiderare o esagerare di questi ingredienti». L'unica cosa da fare è stare attenti alle abitudini di lunga portata a dover essere sostenibili e a dover tenere presenti preferenze, budget e stile di vita.

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